La stagione dei ragni
Barbara Baraldi
Giunti, pubblicato nel 9 giugno 2021
564 Pagine
1988. Torino.
Un evento inspiegabile si è appena verificato.
Innumerevoli ragni si sono materializzati quasi dal nulla sul ponte Vittorio Emanuele I. Una vera invasione. Proprio lì, un ragazzino di sedici anni si ferma con la sua bicicletta per immortalare l'episodio, mentre il sostituto procuratore Francesco Scalviati si trova sulla scena di un crimine. Due fidanzati sono stati uccisi nella loro macchina in un luogo appartato, ma questo è il terzo omicidio di questo tipo, e sembra appartenere alla stessa mente criminale.
Leda De Almeida è una giornalista investigativa chiamata dal suo capo sulla scena del crimine, e nonostante Scalviati provi a dissuaderla, Leda inizia la sua indagine personale parallela a quella della polizia.
La polizia si barcamena nel buio, perché la mente di un serial killer è imprevedibile, ma la svolta arriva quando un giovane Isaak Stoner, agente speciale dell'FBI, già conosciuto nei precedenti romanzi dell'autrice, offre a Scalviati una nuova prospettiva. Quella del "Profiling", ancora sconosciuto in Italia.
Le vite di Scalviati, Stoner e De Almeida sono pronte ad incrociarsi per catturare il killer.
Con La stagione dei ragni Barbara Baraldi ci porta indietro nel tempo, un tempo che precede le vicende della serie della profiler Aurora. Qui, il protagonista è proprio suo padre, il magistrato Francesco Scalviati, che sta vivendo un periodo delicato della sua vita privata: sta per diventare padre.
Quando ho saputo che La stagione dei ragni avrebbe avuto come protagonista il padre di Aurora, ho pensato subito che fosse un idea geniale, ma avevo un po' di timore.
Mi sono avvicinata in punta di piedi al suo personaggio, e l'autrice è riuscita a farmelo conoscere e apprezzare con lo scorrere delle pagine. Tratteggiato così precisamente che mi è sembrato di conoscere realmente il padre di una vecchia amica, tanto che durante la lettura mi sono ritrovata a dire a me stessa: "Ecco da dove ha preso Aurora".
Lo sfondo storico in cui è ambientata la storia è tra i più interessanti. Siamo infatti alla fine degli anni '80, e pochi anni prima in America John Douglas e Robert Ressler hanno rivoluzionato il pensiero nella ricerca dei serial killer, iniziando a chiedersi che tipo di persona può aver commesso un fatto simile, osservando le scene del crimine guidati da questa domanda, alla ricerca di quello che non si vede.
Isaak Stoner impersonifica i padri del Profiling, sulle scene del crimine è chiamato a formulare il profilo psicologico dei Killer, ed è arrivato in Italia per proporre a Scalviati questa nuova prospettiva, cercando di comprendere come ragionano i criminali. Il cosiddetto Profiling.
In Italia il concetto di serial killer sta per approdare completamente, ed è in questo contesto storico che il magistrato Francesco Scalviati si troverà ad operare.
Ad aggiungersi a completare un'atmosfera tetra abbiamo da sfondo la città magica, Torino, affascinante quanto misteriosa, patria dell'esoterismo e luogo a cui sono legati miti e leggende esoteriche. La città in cui convivono il bene e il male, perché appartenente sia al Triangolo della Magia Bianca che al Triangolo della Magia Nera. Proprio quest'ultimo è un importante elemento all'interno del romanzo, che accompagna la caccia al serial killer.
Un caso complesso ma che non si fa fatica a comprendere. Un romanzo che ho divorato. I capitoli brevi alternano i punti di vista di Francesco Scalviati e della giornalista Leda, dando vita ad una danza dal ritmo scattante, che rimane costante per tutte le oltre 500 pagine, senza che l'andamento cali neanche per un momento. Barbara Baraldi si conferma per me una garanzia. Un'autrice che merita tutta la nostra attenzione.